Energy development

La condanna ad un futuro migliore?

L’ITALIA NON FORNISCE TEMPI CERTI PER L’INVESTIMENTO NEL PETROLIO. LA SHELL NON DEMORDE

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I tecnici della Shell esaminano un’area di 4.300 chilometri quadrati a sud-ovest delle Isole Egadi, nel canale di Sicilia. La zona fa parte di una lunga faglia ricca di giacimenti che si estende dal Marocco agli Appennini meridionali.

Lo scorso anno la Shell ha rilevato la maggioranza dei diritti di esplorazione in quella zona che in principio appartenevano alla Northern Petroleum.

Nell’ultimo mese la nave laboratorio Atlantic Explorer solca le acque che lambiscono l’isola, trascinando dietro di sé lunghe reti, strumenti che permettono di studiare i fondali per scoprire se c’è la possibilità che sotto quelle acque si nascondano importanti giacimenti.

Si attende il consenso dei geologi per iniziare a lavorare ad un pozzo esplorativo che verificherà se la ricerca condotta porterà ai risultati sperati.

Nel caso in cui si trovasse il petrolio, l’Italia confermerebbe il suo primato. Perché l’Italia è il Paese con più idrocarburi dell’Europa continentale. Uno dei poli petroliferi europei più importanti è la Basilicata, dove si concentra la maggior parte delle risorse accertate in Italia. La società intende cercare il petrolio anche nel golfo di Taranto.

Il presidente e amministratore delegato di Shell Italia Marco Brun, spiega che “L’Italia ha processi autorizzativi molto più complessi rispetto agli altri Paesi e il risultato è che mediamente i tempi richiesti per portare a termine un progetto sono lunghi il doppio”.

Per poter investire, una multinazionale deve trovare in un paese l’opportunità, la stabilità delle regole e la certezza dei tempi. Per quanto l’Italia sia una potenziale miniera di oro nero, mancano le altre due condizioni.

Assomineraria stima un blocco di investimenti in Italia per 5,4 miliardi, relativi a progetti già decisi nel settore dell’esplorazione, produzione e stoccaggio di idrocarburi. La Shell continua a puntare sull’Italia e nonostante questi ostacoli intende espandersi anche nel settore della distribuzione.

La presenza di giacimenti che potrebbero già essere messi in funzione ma che sono bloccati dai comuni e dalle regioni porterebbero considerevoli benefici alla regione e allo Stato (oltre che a Shell e ad Eni).

Written by Francysqo

marzo 18, 2010 a 8:15 PM

Pubblicato su Petrolio

3 Risposte

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  1. Certo se le indagini geologiche confermassero la notizia l’Italia potrebbe affrancarsi, almeno in parte, dalle importazioni di greggio con notevoli benefici sulla bilancia commerciale

    Giuseppe

    marzo 19, 2010 at 7:30 PM

  2. Se si puntasse con decisione sulle energie alternative, anziché sforacchiare i fondali alla ricerca di petrolio, sarebbe meglio ecologicamente e strategicamente: quanto può durare l’eventuale petrolio siciliano?

    Celestino

    marzo 22, 2010 at 7:53 PM

  3. Dice bene Celestino. Giusto puntare sulle energie alternative. Pensavo che queste servissero per non dipendere dal petrolio. Mi sbaglio?

    giulio caproni

    marzo 25, 2010 at 11:26 am


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