Energy development

La condanna ad un futuro migliore?

LE UTILITY LOCALI RIVENDICANO I LORO DIRITTI

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Pare che la costruzione delle centrali nucleari rischi di essere affidata esclusivamente a Enel e alla francese Edf, non a caso azionista di maggioranza di Edison. E cosa dire delle utility locali che tentano di assumere il ruolo di terza forza nel settore energia elettrica (dopo Enel e Edison)?

A condurre il gruppo ci sono A2a (controllata dai comuni di Milano e Brescia) e Iride (Genova, Torino), alle quali potrebbe aggiungersi il gruppo Hera (Bologna, Modena, Ravenna).

A farsi portavoce è Roberto Bazzano, presidente esecutivo del gruppo Iride e di Federutility, la federazione che riunisce le aziende di servizi pubblici locali che operano nei settori energia elettrica, gas e acqua: “Il nostro ragionamento è molto semplice: chi può disporre di energia nucleare, mette in fuorigioco gli altri attori del mercato, perché dispone di energia a prezzi più contenuti. Allora tanto varrebbe tornare ad un regime di monopolio come era prima delle liberalizzazioni del settore”.

È proprio quello che accadrebbe se fosse solo Enel ad avere energia dall’atomo?

Il progetto presenta parecchi limiti: innanzitutto i costi degli impianti sarebbero considerevoli. La soluzione potrebbe essere quella di realizzare impianti di dimensioni ridotte rispetto a quelle standard del progetto Enel-Edf. Ovviamente è prevista la presenza di finanziatori nel consorzio. Altro problema riguarda la necessità di disporre di adeguata tecnologia, che nel nostro Paese sembra scarseggiare. Come aggirare questo problema? Alleandosi con i gruppi stranieri.

Written by Francysqo

marzo 25, 2010 at 12:30 am

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UN RESORT DI LUSSO NELLA CENTRALE EOLICA. L’ESPEDIENTE NORVEGESE

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È un’idea degli architetti dello studio OnOffice: costruire un resort di oltre 30 mila metri quadrati all’interno di una centrale eolica nei mari della Norvegia.

Può sembrare surreale ma il progetto Turbine City punta ad accostare le energie rinnovabili al turismo sfruttando la recente curiosità e passione per le pale. Tuttora vengono organizzati dei viaggi che hanno come meta turistica le windfarm di tutto il mondo, a fronte di un’opinione pubblica prevalentemente critica nei confronti di questo tipo di strutture.

Sono João Vieira Costa e Ricardo Guedes, portoghesi, Leon Rost, statunitense di origine giapponese e Francesco Moncada, italiano, gli architetti che lavorano all’opera.

“Volevamo avviare un progetto di ricerca attorno alla Norvegia” spiega Costa. “Abbiamo letto che l’Unione Europea ha chiesto ai paesi membri di portare al 20% del totale il consumo di energia rinnovabile entro il 2020. La Norvegia, che non fa parte della UE ma ne ha sottoscritto gli accordi economici e sull’energia era appena al 5%”.

Dette strutture permettono di includere al loro interno spazi abitativi accoglienti, per non parlare di piscine, centri congressi e oltre. Senza dubbio l’attrattiva turistica non mancherebbe e se per ora Turbine City rimane una sperimentazione, la sua realizzazione potrebbe essere presto presa in considerazione.

Written by Francysqo

marzo 23, 2010 at 10:00 am

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LA REGIONE SARDEGNA CONTRO GLI IMPIANTI EOLICI OFFSHORE

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In un servizio andato in onda sul Tg di Videolina, prima televisione della Sardegna, il Presidente Ugo Cappellacci espone i provvedimenti approvati dalla Giunta che riguardano le autorizzazioni per la produzione di energia rinnovabile dal vento sul territorio isolano e off-shore

Written by Francysqo

marzo 19, 2010 at 9:46 am

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L’ITALIA NON FORNISCE TEMPI CERTI PER L’INVESTIMENTO NEL PETROLIO. LA SHELL NON DEMORDE

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I tecnici della Shell esaminano un’area di 4.300 chilometri quadrati a sud-ovest delle Isole Egadi, nel canale di Sicilia. La zona fa parte di una lunga faglia ricca di giacimenti che si estende dal Marocco agli Appennini meridionali.

Lo scorso anno la Shell ha rilevato la maggioranza dei diritti di esplorazione in quella zona che in principio appartenevano alla Northern Petroleum.

Nell’ultimo mese la nave laboratorio Atlantic Explorer solca le acque che lambiscono l’isola, trascinando dietro di sé lunghe reti, strumenti che permettono di studiare i fondali per scoprire se c’è la possibilità che sotto quelle acque si nascondano importanti giacimenti.

Si attende il consenso dei geologi per iniziare a lavorare ad un pozzo esplorativo che verificherà se la ricerca condotta porterà ai risultati sperati.

Nel caso in cui si trovasse il petrolio, l’Italia confermerebbe il suo primato. Perché l’Italia è il Paese con più idrocarburi dell’Europa continentale. Uno dei poli petroliferi europei più importanti è la Basilicata, dove si concentra la maggior parte delle risorse accertate in Italia. La società intende cercare il petrolio anche nel golfo di Taranto.

Il presidente e amministratore delegato di Shell Italia Marco Brun, spiega che “L’Italia ha processi autorizzativi molto più complessi rispetto agli altri Paesi e il risultato è che mediamente i tempi richiesti per portare a termine un progetto sono lunghi il doppio”.

Per poter investire, una multinazionale deve trovare in un paese l’opportunità, la stabilità delle regole e la certezza dei tempi. Per quanto l’Italia sia una potenziale miniera di oro nero, mancano le altre due condizioni.

Assomineraria stima un blocco di investimenti in Italia per 5,4 miliardi, relativi a progetti già decisi nel settore dell’esplorazione, produzione e stoccaggio di idrocarburi. La Shell continua a puntare sull’Italia e nonostante questi ostacoli intende espandersi anche nel settore della distribuzione.

La presenza di giacimenti che potrebbero già essere messi in funzione ma che sono bloccati dai comuni e dalle regioni porterebbero considerevoli benefici alla regione e allo Stato (oltre che a Shell e ad Eni).

Written by Francysqo

marzo 18, 2010 at 8:15 PM

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CRESCITA DEL PIL FINO AL 7% GRAZIE ALLE ENERGIE ALTERNATIVE

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Un rapporto del Cer (Centro Europa Ricerche) recentemente pubblicato, ipotizza una crescita progressiva del Pil che supera il 3% nel 2015 e sfiora il 7% annuo nel 2025.

Rispettando gli obiettivi ambientali fissati per il 2020, si dovrebbe arrivare ad un incremento della produzione di energie rinnovabili del 17% e ad una riduzione delle emissioni di gas serra  del 30% rispetto al 2005.

La crisi negli ultimi due anni ha abbassato le emissioni serra e il Pil, ma si prevede che appena l’economia tornerà a crescere, anche le emissioni inquinanti aumenteranno più che proporzionalmente.

Rispettando le misure indicate dal Governo, si legge nel rapporto, si prevede che le rinnovabili, l’energia nucleare e l’efficienza energetica  forniranno un contributo economico pari ad un totale di 60 milioni di tonnellate di petrolio.

Le misure per l’efficienza economica hanno un rapidissimo riscontro in termini di guadagno; i costi del nucleare sono invece schizzati verso l’alto. La vera scommessa riguarda le rinnovabili, la cui crescita consente dei pronostici più che ottimistici.

Si presume necessario un valido piano di investimenti: gli investimenti per la parte energetica sono a carico dello Stato mentre per l’efficienza è prevista la defiscalizzazione al 55% delle spese sostenute dai privati. Si produrrà così un indebitamento dello Stato che si ammortizzerà con il tempo trasformandosi in guadagno a partire dal 2020. Tale procedura produrrà una crescita economica con conseguente aumento dei posti di lavoro.

Si renderà quindi necessaria una coesistenza collaborativa che vedrà coinvolti nucleare e rinnovabili, escludendo di fatto la possibilità che l’esistenza di uno pregiudichi quella dell’altro.

Written by Francysqo

marzo 17, 2010 at 7:37 PM

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PREZZO MINIMO SULL’ELETTRICITÀ IMPOSTO DA ENEL

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Sarà un prezzo politico minimo nella bolletta dell’elettricità ad assicurare, secondo Enel, il decollo del nucleare in Italia.

Enel si prepara ad affrontare la fase operativa per la costruzione delle centrali atomiche e non intende chiedere allo Stato alcun genere di sussidio: sarà il mercato ad assicurare gli ingenti finanziamenti.

Come rassicurare gli investitori che anticiperanno i capitali necessari? Imponendo una soglia minima garantita nelle tariffe di vendita. Fulvio Conti, amministratore delegato Enel, la definisce una “assicurazione contro una remota eventualità”, ma ci rassicura perché “l’elettricità nucleare è più economica delle concorrenti”.

Ma se i costi delle altre energie come l’eolico e il solare dovessero diminuire, il fruitore si troverà costretto a pagare per anni una bolletta maggiorata? Ebbene sì, per i prossimi decenni si dovrebbero sostenere i costi delle centrali Enel, perché sono questi i tempi ipotizzati per poter ammortizzare i finanziamenti.

I quattro impianti Enel previsti non esauriscono comunque il progetto del Governo, secondo il quale, per soddisfare un fabbisogno del 25% di elettricità, sarebbe necessario costruirne una decina. È probabile che non sarà Enel ad occuparsene.

Written by Francysqo

marzo 16, 2010 at 12:46 am

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ENERGIE A CONFRONTO

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Written by Francysqo

marzo 13, 2010 at 6:02 PM

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LA SARDEGNA CONTRO LA SPECULAZIONE. NASCE SARDEGNA ENERGIA

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Il Presidente della Sardegna Ugo Cappellacci ha annunciato ieri di fronte alla Giunta, una serie di misure risolutive che verranno adottate in campo eolico nella regione.

Sarà la Sardegna Energia, agenzia che si ipotizza verrà istituita a breve, ad occuparsi della gestione degli impianti di energia eolica, fotovoltaica, da biomasse e termica, per conto della Regione.

Cappellacci ha esordito ringraziando tutti gli imprenditori interessati ad investire nell’eolico in Sardegna, aggiungendo che la Regione se la caverà senza “aiuti”. Il governatore ha illustrato i provvedimenti della Giunta sottolineando l’importanza di gestire gli interventi in proprio, facendo sì che benefici e guadagni possano rimanere a disposizione dei sardi e dei territori dell’Isola.

Altra grande prerogativa riguarda la possibilità di costruire gli impianti nelle zone industriali (abbandonando anche la proposta degli impianti offshore), senza recare danno all’ambiente e senza contaminare il paesaggio.

Ecco che la diffida alle Capitanerie di porto di Cagliari e Oristano, il blocco di tutte le autorizzazioni per la costruzione di parchi eolici (ad esclusione di chi ha già ultimato tutte le procedure) e l’opposizione ad ogni tentativo di realizzazione dei parchi eolici nel mare della Sardegna non dovranno meravigliarci poi così tanto.

Altro provvedimento è stato illustrato durante la conferenza stampa, questo però riguardante il fotovoltaico. Si tenterà di rilanciare l’agricoltura per i prodotti fuori stagione, la serricoltura e la coltivazione di fiori, tentando di stroncare sul nascere una nuova possibile speculazione. La misura prevede la regolamentazione nella produzione di energia da pannelli fotovoltaici nella serre.

Verranno minimizzati inoltre i rischi di perdita di territorio utile alla coltivazione vietando la realizzazione di impianti a terra non regolamentati. Si eviterà così di rendere le superfici agricole delle gigantesche piane fotovoltaiche (il piano regionale prevede la loro collocazione nelle zone industriali preferibilmente dismesse). Tale provvedimento avrà dei riscontri positivi sull’occupazione.

Si scommette sulle aziende sarde e si evita di andare incontro a possibili speculazioni che renderebbero l’Isola schiava di grandi imprenditori. Riusciranno gli isolani a vincere questa grande scommessa?

 

Written by Francysqo

marzo 13, 2010 at 2:57 PM

Pubblicato su Eolico, Fotovoltaico, Rinnovabili

LE SCORIE?? A ME GRAZIE!

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Come non ricordare la mobilitazione sociale che in Sardegna ha visto coinvolti vescovi e sindaci, ambientalisti e comuni cittadini: un’indignazione generale che ha scosso le folle, una ribellione collettiva contro lo stoccaggio delle scorie nucleari nell’isola. Perché un tale rifiuto generale? L’idea di “isola pattumiera” non sarebbe certo motivo di vanto, soprattutto se questa vive di turismo, natura incontaminata ed è penalizzata da un arretramento sociale ed economico dovuto in gran parte al distacco geografico.

Ma c’è chi le scorie le vorrebbe eccome! Il progetto di stoccaggio unificato interessa a non poche nazioni, tra le quali la cara Italia. La Francia ospita impianti di stoccaggio da decenni. In Spagna tredici città sono in gara per ospitare un deposito. Storia analoga in Slovenia, la cui popolazione ha un buon rapporto con la tecnologia nucleare.

Le amministrazioni non sempre sono in accordo e come è naturale che sia ognuno cerca di far valere i propri principi, ma a tal proposito ci si potrebbe porre degli interrogativi. Le città vincitrici dei bandi di gara, oltre ad ospitare i depositi, potranno godere di qualche agevolazione fiscale? In realtà la posta in palio è alta: riduzioni vitalizie sulle tasse, prezzi stracciati sulla fornitura di elettricità su tutta l’area, contributi per la gestione degli impianti, finanziamenti per le strutture pubbliche. C’è chi, a favore degli incentivi, li giustifica sostenendo indispensabile una compensazione delle perdite dovute ai relativi rischi, dalla riduzione delle coltivazioni e degli allevamenti nella zona all’abbandono del territorio da parte di cittadini che scelgono di trasferirsi.

Tanti paesi che decisero di abbandonare il nucleare o lo rifiutarono ancora prima che lo si potesse proporre stanno gradualmente cambiando idea. Un avanzamento verso l’utilizzo di una energia presumibilmente più sicura e produttiva, che porterà all’impiego di centinaia di individui, o una scelta dettata dall’interesse verso gli incentivi?

Written by Francysqo

marzo 12, 2010 at 2:07 am

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NUOVI REATTORI PERICOLOSI? FILLON DIFENDE IL NUCLEARE DAGLI ATTACCHI DEGLI AMBIENTALISTI

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Gli ambientalisti attaccano i reattori nucleari di tipo Epr (European Pressurized Reactor).

“La fusione nucleare potrebbe diventare incontrollata se sottoposta a continue variazioni di potenza, fino a provocare gravi incidenti, vedi Chernobyl”: questo ciò che affermano Greenpeace e l’associazione ambientalista francese Sortir du Nucléaire, mettendo in discussione la sicurezza degli impianti di ultima generazione.

È sceso in campo il capo del governo francese François Fillon per difendere la propria industria nucleare affermando che “l’Epr è il reattore più sicuro del mondo nella sua categoria”. Ha dibattuto durante la seconda giornata della Conferenza Mondiale sull’Uso Civile dell’Energia Nucleare, definendo irresponsabile l’associazione ambientalista francese che pubblicò dei documenti interni di Edf (Électricité de France), nei quali gli ingegneri valutavano alcune ipotesi disastrose come conseguenza di variazioni di potenza dei reattori.

Il concetto di totale sicurezza delle centrali è stato ribadito anche dall’amministratore delegato dell’Enel, Fulvio Conti. Il ministro per lo Sviluppo Economico Claudio Scajola ha inoltre annunciato che entro qualche settimana sarà istituita l’Agenzia per la sicurezza nucleare e che il 9 aprile il presidente del Consiglio Berlusconi incontrerà il presidente Sarkozy per firmare un accordo sui siti per il deposito delle scorie.

Non ci sono dubbi, l’intenzione è quella di avviare il primo cantiere italiano entro il 2013, una volta che l’Epr darà le migliori garanzie e l’Edf avrà risposto agli interrogativi emersi negli ultimi mesi. Sarà infatti proprio quest’ultima a collaborare con Enel nel progetto di ritorno al nucleare dell’Italia.

Può essere considerata legittima la pubblicazione di studi non ancora conclusi o si rischia così di alimentare un dissenso comune che vuole il nucleare lontano dalle nostre case a prescindere dalla veridicità dei documenti?

Written by Francysqo

marzo 10, 2010 at 8:20 PM

Pubblicato su Nucleare